31 marzo 2014

iSmartkeeper, stop all’uso dei cellulari durante le lezioni




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Arrivano notizie molto interessanti per tutti i professori del mondo: infatti, pare proprio che uno dei peggiori incubi degli insegnanti, ovvero l’impiego dei dispositivi mobili durante la lezione, potrebbe finalmente avere vita breve.


Direttamente dalla Corea del Sud, infatti, è stata lanciata una nuova applicazione che prende il nome di iSmartkeeper e che offrirebbe la possibilità ai professori di tenere sotto controllo così come di spegnere tutti i vari smartphone usati dagli studenti nel corso delle ore di lezione.


Questa nuova applicazione iSmartkeeper si caratterizza per sfruttare una particolare tecnologia denominata Geofencing: in poche parole, questo titolo sarebbe in grado di tenere sotto controllo tutti gli smartphone degli studenti appena questi ultimi entrano all’interno dell’edificio scolastico.





Non è finita qui, però, visto che l’app iSmartkeeper sarebbe in grado addirittura di spegnare i dispositivi mobili nel corso delle ore di lezione: in poche parole, verranno permesse solamente le chiamate d’emergenza e quelle vocali.


Ovviamente, tutte le altre applicazioni presenti negli smartphone dei vari studenti verranno disattivate, in maniera tale che non potrà più distrarsi nel corso di una lezione con il proprio dispositivo mobile e non potranno utilizzare giochi o altri titoli, dal momento che verranno completamente disattivati.


Come si può facilmente intuire, questa nuova app iSmartkeeper è stata decisamente criticata dal mondo giovanile, ma è proprio l’impiego smodato dei dispositivi mobili pure durante le lezioni che avrebbe portato allo sviluppo di un titolo del genere.


In base a quanto sostiene un’agenzia coreana appartenente alla Società Nazionale di informazione, sembra che gli adolescenti passerebbero ben sette ore al giorno (almeno) davanti ai propri smartphone: nel caso in cui, però, dovessero farne a meno, ecco che potrebbe spuntare problemi come ansia, depressione ed insonnia.





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Creare mappe concettuali online: dove e come




Creare mappe concettuali Creare mappe concettuali online: dove e come


Creare mappe concettuali non è mai stato così semplice. Oggi è possibile, infatti, Creare mappe concettuali senza dover neppure scaricare particolari programmi ma, invece, collegandosi a siti che ne consentono la realizzazione in pochi e semplici passi.

Vediamo, quindi, come utilizzare tali risorse presenti online allo scopo di schematizzare concetti e pensieri.



Creare mappe concettuali con Coggle


Il primo sito che vi proponiamo per Creare mappe concettuali è sicuramente Coggle.

Tramite tale servizio, che si identifica come un editor, potrete realizzare le vostre mappe facilmente.

Potrete, innanzitutto, entrare senza dover creare un nuovo account: infatti, sarà possibile utilizzare quello di Google.

Inoltre, Creare mappe concettuali è davvero semplice. Collegatevi alla homepage e per iniziare la vostra operazione cliccate su “Create” e, successivamente, su “New Coggle”. Da qui in avanti potrete dare sfogo alla vostra fantasia e, alla fine, potrete salvare il vostro lavoro in PDF o PNG.

Potrete anche condividere con altri, tramite il pulsante Share, il vostro lavoro.





Creare mappe concettuali con Bubbl.us


Anche Bubbl.us consente di Creare mappe concettuali facilmente e in pochi passi. Per farlo dovrete collegarvi alla sua homepage e, successivamente, dovrete registrarvi al servizio.

Per realizzare la vostra mappa dovrete, poi, cliccare su “Start Brainstorming” e, successivamente, sul tasto di colore giallo “Start here”.


A questo punto potrete “smanettare” e realizzare la vostra mappa e, alla fine, potrete salvarla cliccando sul tasto “Save”.


Creare mappe concettuali con Grapholite


Ultimo, ma non per questo meno importante, tra i siti per Creare mappe concettuali è Grapholite.

Questo sito consente di creare soprattutto grafici e diagrammi, sempre online e sempre facilmente.

Per iniziare a Creare mappe concettuali dovrete collegarvi alla sua homepage e poi cliccare su “Start Drawing Now” e, successivamente, su Run in Browser, così da poterlo utilizzare online.


Potrete, così, inserire i differenti elementi della vostra mappa dopo esservi registrati gratuitamente.

L’esportazione dei file può avvenire in Pdf oppure Jpg così da mostrare a tutti cosa siete riusciti a fare occupandovi di Creare mappe concettuali.





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29 marzo 2014

2048, in due settimane più di 100 milioni di partite




The Most Downloaded App on iTunes Is Now 2048 2048, in due settimane più di 100 milioni di partite


Sapeva che il suo gioco stesse andando molto bene, ma la testimonianza è arrivata grazie alle email di lavoro, che stanno fioccando a grappoli praticamente da tutto il mondo.


Lui si chiama Gabriele Cirulli ed è un ragazzo di soli 19 anni che arriva da Gorizia, diplomato, ma che non studia all’università e non ha ancora realizzato il suo primo cv, anche se fino a questo momento non ne ha certamente sentito la mancanza.


La garanzia di successo per questo giovane ragazzo è 2048: si tratta di un puzzle-game matematico che, nel corso delle ultime due settimane, ha scalato diversi gradini delle classifiche sul web.





Infatti, a partire dallo scorso 9 marzo, la pagina relativa al suo gioco 2048 è stata in grado di realizzare ben nove milioni di visitatori unici, che si sono divertiti a giocare ben 100 milioni di partite.


Solamente due settimane fa Gabriele Cirulli aveva solamente 100 follower sul social network Twitter, mentre adesso ne ha già 8 mila e riceve ogni giorno mail da diversi paesi, in cui i fan gli scrivono per fargli i complimenti in relazione al gioco che ha creato, inviando anche in allegato delle immagini relative ai punteggi che sono stati in grado di raggiungere.


Il gioco realizzato dal giovane goriziano sta creando una vera e propria dipendenza: infatti, basa il suo funzionamento su multipli di due, che devono essere mossi mediante una griglia che è formata da 16 caselle; in tutti quei casi in cui due numeri uguali terminano vicini, l’utente ha la possibilità di sommarli, con l’obiettivo finale che è quello di raggiungere la cifra 2048.


In realtà, però, si tratta di un obiettivo particolarmente difficile da raggiungere, visto che le percentuali di terminare la partita con una vittoria si aggirano intorno all’1%.





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Google prende accordi con Ray-Ban e Oakley per i Google Glass




Google Glass Google We’ve got some big news to share as we announce today that… Google prende accordi con Ray Ban e Oakley per i Google Glass


I Google Glass, gli occhiali per la realtà aumentata del colosso delle ricerche in rete, ben presto andranno a caratterizzarsi per l’eleganza dei Ray-Ban e per lo stile sportivo degli Oaley dando dunque origine ad un connubio perfetto tra design e strumentazione smart.


Tutto ciò potrà avvenire grazie all’accordo firmato nei girni scorsi tra Google e Luxottica.




Luxottica Group S.p.A., leader nel design, produzione, distribuzione e vendita di occhiali di fascia alta, di lusso e sportivi e Google Inc. annunciano oggi di avere raggiunto un accordo che unirà le loro forze per progettare, sviluppare e distribuire una nuova generazione di occhiali per Glass.






Grazie a questa partnership Luxottica e Google combineranno lo sviluppo di nuove tecnologie con un design all’avanguardia. Le due aziende formeranno una squadra di esperti dedicati a design, sviluppo, strumentazione e ingegneria dei prodotti Glass che uniscono moda e lifestyle all’innovazione tecnologica.


Al momento non è ancora trapelata alcuna informazione circa i prodotti che giungeranno sul mercato ma è ben chiaro il fatto che ambo le parti coinvolte vi è l’intenzione di focalizzare l’attenzione dei media sull’importanza della partnership.


La prima collezione frutto di questa collaborazione unirà la tecnologia di ultima generazione al design di avanguardia per offrire l’eccellenza nello stile, qualità e performance.


Sulla pagina Google+ dedicata ai Glass il colosso delle ricerche in rete spiega però che non bisogna aspettarsi prodotti nell’immediato ma che sin da subito viene intrapreso un nuovo percorso focalizzato sul ruolo determinante che l’occhiale assume sul volto, nella moda, nel concetto di eleganza, nel design, nel pubblico impatto di uomo e tecnologia.





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28 marzo 2014

In Spagna si pensa ad una nuova applicazione per sentire gli odori




scentee odori smartphone In Spagna si pensa ad una nuova applicazione per sentire gli odori


Al giorno d’oggi, i dispositivi mobili permettono di svolgere praticamente ogni tipo di operazione, anche se ovviamente si punta sempre ad ottenere qualcosa in più.


Ad esempio, uno dei più importanti cuochi spagnoli, Andoni Luis Aduriz sta lavorando allo sviluppo di una nuova applicazione, impiegando una tecnologia che già è esistente, che verrebbe messa a disposizione su tutti i dispositivi mobili e che offre ai clienti la possibilità di sentire l’odore del cibo prima di effettuare le varie ordinazioni nel momento in cui si è a cena al ristorante.





Quindi, i clienti avranno la possibilità di sfruttare un gadget che è stato realizzato in Giappone e che prende il nome di Scentee: in questo modo, ci sarà la possibilità non solamente di leggere tutti i vari menù e visualizzare pure le immagini dei piatti che vengono messi a disposizione dal ristorante, ma al tempo stesso sentire davvero l’odore di ciascun piatto che viene servito da Aduriz, semplicemente tramite il proprio dispositivo mobile.


Il gadget Scentee è già stato impiegato con un’app che prende il nome di Hana Takinik, che rilasciava tutta una serie di odori che offrivano l’opportunità di dare una mano a tutte le persone che sono a dieta: questa funzione era possibile per via della presenza di una cartuccia aromatica sul piccolo dispositivo esterno che riesce ad emanare degli odori sia tramite un sms che mediante una notifica Facebook o mediante email.


Quindi, traendo ispirazione da questo titolo, il famoso cuoco stellato Aduriz ha intenzione di portare decine e decine di nuovi clienti all’interno del suo ristorante collocato a Mugaritz, che si trova nella provincia basca di Guipuzcoa in terra spagnola.





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27 marzo 2014

Google Play Music aggiunge la possibilità di caricare le canzoni direttamente dal browser




Google Play Music DragDrop Google Play Music aggiunge la possibilità di caricare le canzoni direttamente dal browser


Uno degli aspetti migliori di Google Play Music è la possibilità di caricare la propria esistente collezione di musica per avere un facile accesso ad essa dal servizio cloud. Purtroppo, caricare l’intera raccolta musicale dal PC al web può effettivamente essere un lavoro noioso e frustrante poiché è necessario prima scaricare l’app Music Manager per poterlo fare. E se ci fosse una soluzione più semplice basata sul web e che consiste in un semplice drag-and-drop? Per fortuna, c’è.



Il team di Google Play ha annunciato ufficialmente sulla pagina Google Plus del servizio di aver aggiunto un nuovo modo per caricare la musica tramite il browser Chrome. La funzionalità è attualmente reperibile nella sezione labs di Play Music, e questo significa che è ancora un’offerta sperimentale.





Dopo aver attivato la funzione labs, è sufficiente trascinare i file sopra a una scheda aperta di Google Music e verrà chiesto di scaricare una speciale app Chrome. Oltre a trascinare i file manualmente, è possibile impostare Google Play Music affinché carichi i file automaticamente man mano che li si aggiunge a specifiche posizioni sul proprio PC, ad esempio la cartella “Musica”.


Come se non bastasse, la caratteristica sperimentale apporta anche un piccolo mini-player che si presenta nella schermata di avvio dell’app Chrome. Il mini-player rende facile saltare, mettere in pausa e andare avanti o indietro attraverso l’intera collezione musicale.


Per i proprietari di Chromebook che non avevano in precedenza nessun’altra opzione per il caricamento dei file su Play Music, la nuova funzionalità dei labs è un’aggiunta molto gradita. Per tutti gli altri? È certamente un’alternativa facile rispetto all’utilizzo dell’applicazione desktop Music Manager.





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Twitter si aggiorna per consentire di taggare fino a dieci utenti nelle foto




Twitter foto tag Twitter si aggiorna per consentire di taggare fino a dieci utenti nelle foto


In un annuncio sul suo blog ufficiale oggi, Twitter ha dichiarato che le foto caricate sul social network stanno per diventare “ancora più social”. Quello che si intende realmente è che il servizio di micro-blogging ha appena ricevuto un aggiornamento per le sue app mobili sia per iOS che per Android.



Twitter adesso consente agli utenti di taggarsi l’uno con l’altro nelle foto, con la possibilità di caricare fino quattro foto contemporaneamente, partendo dalla piattaforma iOS e con la funzionalità in prossimo arrivo per Android e il web.





Gli utenti saranno in grado di taggare fino a altre dieci persone nelle loro foto, mantenendo quindi tutti i 140 caratteri a disposizione per il commento sintetico. Quando si allega una foto a un tweet, verrà visualizzato un nuovo pulsante con etichetta “chi c’è in questa foto?”, come illustrato di seguito.


nexusae0 Phototagging FINAL thumb Twitter si aggiorna per consentire di taggare fino a dieci utenti nelle foto


Per quanto riguarda l’upload di foto multiple, il post di Twitter indica che anche senza la possibilità di caricare più foto, gli utenti Android (e web) saranno in grado di visualizzare i tweet con foto multiple.


Twitter ricorda che l’updateo è a rotazione a partire da oggi, quindi aprite il widget e controllate se questa novità sia già presente per voi. In caso contrario, non vi resta che aspettare insieme agli altri utenti Android e del servizio web.





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Gestore di Posta Elettronica: quale scegliere?




Gestore di posta elettronica Gestore di Posta Elettronica: quale scegliere?


Un Gestore di Posta Elettronica può semplificare o complicare notevolmente la “vita” della nostra posta elettronica. Infatti, se il gestore è efficiente sarà piacevole inviare e ricevere email, mentre, in caso contrario, sarà una tortura. Vediamo, quindi, come scegliere il vostro Gestore di Posta Elettronica e quali sono i punti di forza delle nostre proposte.



Gestore di Posta Elettronica: Windows Live Mail


Iniziamo con il Gestore di Posta Elettronica del pacchetto Live Essentials della Microsoft.

Potrete utilizzare Live Mail avendo a disposizione il vostro Windows Live ID.


Con questo Gestore di Posta Elettronica potrete:


- Ovviamente, inviare e ricevere messaggi

- Sincronizzare il vostro calendario online

- Avere a disposizione tutti i contatti del sistema Windows Live e poterli contattare quando sono online

- Inviare e condividere foto

- Leggere le news

- Creare delle vere e proprie conversazioni, elemento che consente di raggruppare le email accomunate dal medesimo oggetto


L’utilizzo e la gestione di questo client è semplice ed efficace, con un’interfaccia utente intuitiva.


Nella parte sinistra dell’interfaccia potrete avere anche a disposizione tutti i vostri account, qualora ne abbiate più di uno.


Gestore di Posta Elettronica: Thunderbird


Un altro Gestore di Posta Elettronica è sicuramente Thunderbird che si colloca tra i client più utilizzati a livello gratuito.





E’ un Gestore di Posta Elettronica veloce e facile da utilizzare, oltre che personalizzabile da parte del singolo utente.


Infatti, nella realizzazione della vostra pagina dedicata alla posta elettronica potrete scegliere tra differenti temi messi a disposizioni dallo stesso client.


E dopo aver personalizzato il vostro Thunderbird potrete gestire accuratamente e facilmente la vostra posta elettronica grazie all’intuitiva interfaccia utente.


Gestore di Posta Elettronica: IncrediMail


Oltre che un Gestore di Posta Elettronica IncrediMail è anche un programma grazie al quale potrete rendere i vostri messaggi unici e divertenti.


Infatti, caratteristica sicuramente peculiare di IncrediMail è la possibilità di inserire nelle vostre email animazioni, suoni e sfondi.


Grazie a questa particolarità, questo Gestore di Posta Elettronica è sicuramente molto amato dai giovanissimi che troveranno divertente anche mandare messaggi di posta elettronica.


Potrete utilizzare questo client importandovi, ad esempio, i contatti presenti nella vostra Windows Live Mail senza fatica.


Questo Gestore di Posta Elettronica è disponibile anche in versione Plus a pagamento, ma la sua versione gratuita è già molto carina e divertente.





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Usare lo smartphone come videocamera per la sorveglianza




app antifurto smartphone Usare lo smartphone come videocamera per la sorveglianza


Quando risulta necessario assentarsi da casa per diverse ore o per lunghi periodi di tempo potrebbe rivelarsi molto utile usare lo smartphone come videocamera per la sorveglianza in modo tale da poter vedere direttamente in tempo reale quello che succede in determinate aree della propria abitazione.


Esistono infatti apposite app grazie alle quali è possibile trasformare il proprio smartphone, sia iPhone sia Android, in una vera e propria videocamera per la sorveglianza e tenere sotto controllo tutto ciò che accade in casa in modo totalmente gratuito e senza dover installare complicati sistemi di monitoraggio.



Usare l’iPhone come videocamera per la sorveglianza


Per usare l’iPhone come videocamera per la sorveglianza è possibile installare l’app Third Eye .





Quest’applicazione trasforma l’iPhone in una sorta di IP camera che però può essere utilizzata soltanto all’interno della rete locale (quindi solo in casa) per monitorare quello che succede in una determinata area della casa.


Per utilizzare l’applicazione basta avviare Third Eye sull’iPhone (è necessario che il dispositivo sia connesso alla rete wireless di casa) fare tap sulla voce Open Eyes, prendere nota dell’indirizzo che compare nella schermata principale della app e collegarsi a quest’ultimo dal browser del PC per visualizzare le riprese dell’iPhone in tempo reale (anche il computer deve essere connesso alla rete wireless di casa e deve essere equipaggiato con il plugin gratuito Microsoft Silverlight).


Usare Android come videocamera per la sorveglianza


Per usare Android come videocamera per la sorveglianza è possibile installare l’app iCamSpy .


Quest’applicazione è in grado di trasformare lo smartphone in un sistema di video sorveglianza rilevazione di movimento in meno di un minuto sia su reti mobili 3G sia su Wi-Fi.


Per utilizzare l’app non sono necessarie competenze tecniche hardware o di rete e non c’è bisogno di installare software server sul PC o configurare delle porte del router. Tutto quel che serve altro non è che l’applicazione iCamSpy e il link al sito web con lo strumento registratore che invia il video e l’audio dal PC al cellulare.





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26 marzo 2014

Navigation Layer consente di eseguire innumerevoli azioni su Android usando le gesture




Navigation Layer for Android Navigation Layer consente di eseguire innumerevoli azioni su Android usando le gesture


E’ comodo usare le gesture invece dei pulsanti per eseguire rapidamente numerose azioni sui dispositivi con touch screen. Android non offre nativamente questa opzione all’interno del suo sistema, vi sono diverse applicazioni di terze parti che portano questa funzionalità al nostro sistema operativo mobile preferito. Nessuna di esse, però, offre un’esperienza paragonabile a quella di Navigation Layer. Questa app per Android offre molteplici gesture eseguibili a partire dal bordo sinistro, destro e inferiore dello schermo, ognuna delle quali può essere configurata per eseguire un’azione diversa, come navigare nelle impostazioni di Android, riprodurre musica, gestire le attività e anche lanciare app.



Prima di poter iniziare a utilizzare le gesture, è necessario avviare il servizio di Navigation Layer utilizzando il primo pulsante sulla sua schermata iniziale. E per mantenere l’app in esecuzione in background, è una buona idea attivare la seconda opzione, che aggiunge una notifica persistente dell’app. Infine, , assicurarsi di abilitare l’opzione di avvio all’accensione.


Ogni volta che si utilizza una delle gesture dell’app, si ottiene un feedback di vibrazione per impostazione predefinita, che è possibile cambiare o trasformare in avvisono sonoro dal menu Personalization.





Prima di iniziare a impostare le gesture, bisogna configurare innanzitutto le barre, ovvero le regioni da cui è possibile avviare le gesture. Qui sono disponibili tre opzioni: bordo sinistro, destro e inferiore dello schermo, abilitabili in modo selettivo. Si può ridimensionare la lunghezza e lo spessore di queste barre e anche modificare l’effetto di bagliore visibile.


Una volta configurate le barre, è il momento di passare alle reali azioni eseguibili tramite gesture. Per fare ciò recarsi alla sezione Edit Actions. Oltre alle azioni di pressione lunga e doppio tap che sono comuni a tutti i bar, ci sono gesture disponibili per ogni barra in tre direzioni possibili a seconda del bordo a cui corrispondono. In tal modo c’è un totale di cinque gesti disponibili per ogni barra, e quindi fino a 15 azioni personalizzabili!


Quanto alle azioni che possono essere assegnate a ogni gesture, vi è una lista enorme a disposizione, tra cui andare alla schermata Home, aprire l’ultima app, , aprire le notifiche, mettere il dispositivo in standby, liberare RAM chiudendo tutte le applicazioni attive, controllare la riproduzione di musica o aprire qualsiasi delle applicazioni installate. Vi sono anche opzioni esclusive per i dispositivi muniti di rooting, ma queste sono assolutamente opzionali e l’appp funziona bene anche senza rooting.


Tutte queste caratteristiche, insieme all’imbattibile prezzo dell’app (completamente gratuita), rendono questa app un must per chi è un fan delle gesture per la navigare nel proprio dispositivo.








 Navigation Layer consente di eseguire innumerevoli azioni su Android usando le gesture Navigation Layer

Prezzo: Gratis





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Apple ha brevettato la batteria smart che non si scarica mai




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Il fatto che la batteria degli iPhone non sia esattamente il “cavallo di battaglia” del tanto amato dispositivo della mela morsicata non è certo una novità.


Apple, però, sembra essere intenzionata a porre rimedio in maniera definitiva a tale problematica ed il brevetto emerso online nel corso degli ultimi giorni ne è senza alcun dubbio un’evidente prova.



In un brevetto Apple apparso di recente in rete si parla infatti di una batteria smart ovvero di un sistema che apprende poco alla volta le abitudini dell’utente al fine di ottimizzare il consumo energetico del dispositivo.





Il brevetto in questione illustra un sistema in grado di tenere traccia dei cicli di carica e consumo effettuati dall’utente così come anche le sue attività giornaliere affinché il software possa controllare automaticamente l’approvvigionamento energetico.


Questo sta quindi a significare che, ad esempio, nei momenti di scarso utilizzo iOS potrebbe decidere di ridurre la frequenza del processore, di modificare la luminosità o disattivare la connessione dati per risparmiare energia per poi riattivare il tutto solo ed esclusivamente al momento del bisogno e senza che l’utente se ne accorga. Tale tecnologia, capace di assegnare più o meno energia alle componenti interne dell’iPhone in base alle necessità, prende il nome di Long Term Power Budgeting.


Nel brevetto Apple fornisce anche alcuni esempi del sistema. Il primo fa riferimento ad una sessione di gaming in una stanza a luce soffusa. In tale circostanza iOS potrebbe decidere di ridurre lievemente la luminosità dello schermo per fornire maggiore energia al processore e per migliorare l’esperienza di gioco. In un secondo esempio viene invece illustrato un possessore recatosi in una caffetteria per una pausa. In tale circostanza, dopo aver pagato il conto con un portafoglio virtuale, iOS ipotizzerebbe per quanto tempo il cliente rimarrà seduto al tavolino disattivando quindi i servizi di geolocalizzazione GPS momentaneamente non utili.


Da notare che già in passato Apple ha presentato brevetti concettualmente simili a quello in questione.





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25 marzo 2014

AVZ Antiviral Toolkit di Kaspersky è un software di sicurezza portatile per un secondo parere




kaspersky avz antiviral toolkit AVZ Antiviral Toolkit di Kaspersky è un software di sicurezza portatile per un secondo parere


Quando si tratta di sicurezza del sistema, meglio essere utenti paranoici che irresponsabili e quindi eseguire una vagonata di software di sicurezza su un sistema che si sospetta essere infetto. Oltre ad assicurarsi di utilizzare solo programmi che non causano problemi di compatibilità o stabilità quando avviati allo stesso tempo, è buona norma anche affidarsi regolarmente a degli scanner per ottenere un secondo, terzo, quarto o quinto parere sullo stato di sicurezza del proprio PC. Si potrebbe pensare che questo sia eccessivo, ma se il proprio lavoro e sostentamento dipende dall’efficienza del sistema, probabilmente è prudente fare tutto ciò.



A questo proposito, AVZ Antiviral Toolkit è uno scanner portatile e gratuito per Windows che è possibile scaricare dal sito web di supporto di Kaspersky.


È uno scanner “on demand” che non protegge quindi il sistema in tempo reale. È compatibile con tutte le recenti versioni del sistema operativo Windows e richiede un setup piuttosto elaborato prima di poter eseguire lo strumento.


Kaspersky chiede di disabilitare il firewall se è attivo, lanciare tutti i browser web installati sul sistema e chiudere tutte le altre applicazioni in esecuzione su di esso.


Una volta fatto ciò, si può eseguire il programma ed eseguire la scansione del sistema. Non c’è nessuna spiegazione, purtroppo, sul perché si debba disattivare il firewall o eseguire tutti i browser.





Il programma consente di visualizzare tutti i parametri di ricerca nelle tre schede della sua interfaccia.



  • Search Scope: Selezionare le unità su cui si desidera eseguire la scansione qui, includere se si desidera una scansione dei processi in esecuzione, utilizzare il controllo del sistema euristico e cercare le vulnerabilità del sistema. Qui si trovano anche opzioni per copiare i file eliminati o sospetti e definire azioni automatiche per particolari tipi di malware.

  • File Types: Definire i tipi di file che verranno scansionati. Questo è impostato in modo predefinito su file potenzialmente pericolosi, ma può essere cambiato a tutti i file o a file che corrispondono a una stringa definita dall’utente. Il programma effettuerà la scansione dei flussi NTFS e degli archivi pure, ma ignorerà tutti i file più grandi di 10 megabyte. È possibile rimuovere tali restrizioni e opzioni qui.

  • Search Parameters: L’analisi euristica e i parametri di ricerca anti-rootkit del programma vengono definiti qui. AVZ Antiviral Toolkit controlla le impostazioni del provider di servizi Winsock alla ricerca di keylogger e può essere configurato per verificare le porte TCP/UDP comunemente utilizzate dai trojan horses.


Una scansione potrebbe richiedere diverso tempo, a seconda dei parametri selezionati e delle prestazioni del PC. Il programma visualizza però un registro che aggiorna in tempo reale durante la scansione.


Suggeriamo di non configurare azioni automatiche alla prima scansione per evitare la gestione automatica di falsi positivi, che il programma potrebbe rilevare. Il programma è stato progettato per trovare minacce che non sono ancora note ai programmi di Kaspersky.


La barra dei menu include ulteriori strumenti che il programma mette a disposizione. Il menù Service da solo contiene collegamenti a più di 20 diversi strumenti che è possibile utilizzare. Questo include un gestore integrato dei processi, un manager dei servizi, driver, autoruns o file hosts. Molti degli strumenti elencati qui possono tornare molto utili se si ha bisogno di analizzare o riparare un sistema.


Non è tutto però. È possibile utilizzare il menu file per salvare e riprendere certe configurazioni, eseguire un’analisi di sistema, eseguire il backup o il ripristino della configurazione di sistema, o visualizzare i file in quarantena o infetti.


C’è molto da esplorare, e il modo migliore per saperne di più sulle caratteristiche del programma è aprire il file della guida. È molto vasto e fornisce informazioni dettagliate su ciascuna funzionalità che il programma mette a disposizione.


Il programma è portatile e sembra essere aggiornato regolarmente. Sicuramente non è un programma di cui ci si dovrebbe fidare ciecamente, a causa dell’approccio euristico per quanto riguarda il rilevamento di malware, ma se si sta attenti ai suoi risultati permette di risolvere numerosi problemi di sicurezza.





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Apple TV: miglioramenti in vista grazie a Comcast?




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Stando a quelle che sono le più recenti indiscrezioni sembra che Apple stia cercando di siglare un accordo con Comcast in modo tale da poter sfruttare le tecnologie web via cavo del noto provider a stelle e strisce per fornire ai propri clienti una maggiore qualità della connessione quando impegnati nell’utilizzo della Apple TV.


A render nota la notizia è stato il Wall Street Journal mediante la pubblicazione di un apposito report avvenuta proprio nel corso delle ultime ore.






Nel dettaglio Apple starebbe quindi trattando con uno dei più grandi provider web via cavo per migliorare notevolmente la qualità dei propri servizi di streaming video fruibili mediante Apple TV. Nel report viene infatti segnalato che “l’obiettivo di Apple sarebbe quello di garantire ai propri clienti una connessione stabile, rimuovendo i fastidiosi buffer durante lo streaming video e rendendo così il proprio servizio multimediale della stessa qualità di una normale trasmissione TV di Comcast“.


Inoltre secondo il Wall Street Journal l’azienda della mela morsicata non avrebbe chiesto un trattamento preferenziale sui cavi di Comcast ma avrebbe proposto di trattare i flussi video come un servizio gestito che viaggia su internet attraverso il formato protocollo.


Qualora le cose stessero realmente in tal modo e qualora Apple riuscisse ad ottenere il sostegno di Comcast potrebbe ottenere una notevole spinta nella promozione del proprio set-top-box in quanto lo renderebbe migliore e simile ai servizi di video-streaming a cui i clienti sono già abituati.


La trattativa, comunque, pare sia ancora in una fase preliminare per cui non è ancora benchiaro se l’accordo potrebbe esser siglato prima del lancio della prossima generazione di Apple TV oppure no.





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iPad: poco ricambio, a rischio il business di Apple




ipadair iPad: poco ricambio, a rischio il business di Apple


Con l’esplosione del mercato degli smartphone e con la graduale riduzione del marketshare del melafonino il vero prodotto di punta di Apple è oramai diventato l’iPad.


Per quanto il tablet di Cupertino possa dominare incontrastato il mercato dei tablet e per quanto possa essere considerato il vero fiore all’occhiello dell’azienda vi è però da tenere ben presente il fattore ricambio. Infatti, i possessori di iPad tendono a passare molto lentamente ad un nuovo modello.



A render nota la cosa è stata una recente indagine condotta da Consumer Intelligence Research Partners (CIRP) con cui, appunto, è stato messo in risalto come i proprietari di un iPad tendano a cambiare il dispositivo con meno frequenza rispetto ai clienti iPhone e, addirittura, rispetto ai possessori di un televisore di ultima generazione.





Il ciclo di vita di un iPhone è di circa due anni mentre l’iPad si posizionerebbe tra i Mac e i televisori che rispettivamente hanno un ciclo di vita da 2-4 anni e addirittura 10 anni. Un dato questo che rappresenta uno svantaggio decisamente rischioso per Apple.


L’indagine in questione risulta basata su interviste a campione fra oltre 2.000 consumatori statunitensi che hanno acquistato un prodotto Apple nel corso del 2013 e svela come gli utenti in possesso di iPad non abbiano alcuna fretta di cambiare il proprio dispositivo non solo perché sperano in cicli di vita particolarmente lunghi ma anche perché dichiarano di poter rimanere diversi giorni senza il tablet e di non avvertire l’urgenza di una riparazione in caso il terminale si guastasse.



Crediamo che Apple preferisca che iPad diventi un grande iPhone. Sospettiamo, sulla base dei recenti dati CIRP sugli usi degli acquirenti, che sia invece più vicino a un Mac, a una TV o a un iPod, con un tasso di sostituzione meno frequente.



Lo scarso ricambio può incidere sul commercio futuro di Cupertino, in maniera particolare quando il mercato dei tablet si avvicinerà alla sua saturazione.





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Multitasking per Android permette l’uso simultaneo delle più comuni applicazioni




multitasking android 1024x721 Multitasking per Android permette luso simultaneo delle più comuni applicazioni


Il cosidetto multitasking è una delle caratteristiche più apprezzate su Android. Se si passa continuamente da un’app all’altra, o si vuole accedere rapidamente alle varie impostazioni, si apprezza di certo le funzionalità multitasking della piattaforma. Nel caso in cui non si sia soddisfatti dell’implementazione predefinita, però, è sempre possibile scaricare dal Play Store una vasta gamma di applicazioni per rendere il processo ancora più intuitivo. Una di queste app si chiama proprio Multitasking di OryonCorp, una soluzione semplice ma potente per il multitasking che prende esempio dai sistemi operativi desktop. Fondamentalmente, permette l’uso contemporaneo delle app più comunemente utilizzate come il browser, la calcolatrice, la fotocamera, etc in finestre movibili e separate.



Invece di consentire semplicemente il passaggio tra le applicazioni a schermo intero, Multitasking apre una serie di applicazioni essenziali in una propria finestra, consentendo anche di riposizionarle liberamente e utilizzare una o più applicazioni alla volta. Naturalmente, la quantità di applicazioni che possono essere aperte e utilizzate simultaneamente può variare per ogni utente a seconda delle dimensioni dello schermo del dispositivo. L’app è più adatta per i tablet, ovviamente, ma funziona bene persino sugli smartphone.


Una volta attivata, Multitasking comincia l’esecuzione in background, consentendo di trascinare una barra laterale dal bordo sinistro dello schermo (modificabile dalle impostazioni dell’app) che mostra varie applicazioni, comprese (ma non limitate a) calcolatrice, bussola, valuta, galleria, mappa, lettore musicale e molte di più. La cosa buona è che è possibile aprire Multitasking sopra qualsiasi altra applicazione.





Una volta che viene avviata un’applicazione, è possibile riposizionarla, chiuderla, ridimensionare, nascondere o ingrandire la finestra fino ad averla a schermo intero. Il ridimensionamento viene fatto tramite il semplice pinch-to- zoom, mentre per riposizionare la finestra, basta trascinarla dalla barra in alto. È inoltre possibile salvare le dimensioni della finestra di ciascuna app in modo che si apra esattamente allo stesso modo ogni volta.


Come altre applicazioni Android di questo genere, Multitasking è molto personalizzabile. Nella schermata Impostazioni vi sono un parecchie opzioni, per specificare l’area di attivazione, la posizione della barra laterale, abilitare o meno l’effetto di animazione, etc.


L’app ha anche una versione Pro che rimuove gli annunci pubblicitari inclusi con quella gratuita e offre più applicazioni e funzionalità.








 Multitasking per Android permette luso simultaneo delle più comuni applicazioni Multitasking

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 Multitasking per Android permette luso simultaneo delle più comuni applicazioni Multitasking Pro

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24 marzo 2014

VLC Media Player 2.2 ottiene un gestore per gli add-on




VLC 2.2 add on manager VLC Media Player 2.2 ottiene un gestore per gli add on


VideoLAN, la società dietro il popolare programma VLC Media Player, sta attualmente lavorando sulla versione 2.2 del player. Sebbene le informazioni siano scarse a questo punto riguardo a ciò che la società intende modificare, migliorare o introdurre nel media player, una caratteristica è stata integrata già nell’ultima build di sviluppo di VLC: un manager per gli add-on.



Come forse saprete se utilizzate questo riproduttore di video, VLC Media Player supporta add-on e plugin che si possono installare per migliorare ed espandere le capacità del player.


Tali componenti aggiuntivi possono essere già installati dalla repository ufficiale degli add-on sul sito di VideoLan. L’installazione, però, richiede di scaricare l’add-on, estrarlo e spostarlo nella cartella delle estensioni di VLC, da dove il client lo preleverà poi.


L’Add-on Manager invece sarà integrato in VLC Media Player 2.2 e il vantaggio principale che fornirà sarà la possibilità di sfogliare e installare le estensioni per il media player direttamente dalla sua interfaccia.


Ecco come funziona:






  1. Aprire VLC Media Player 2.2 sul sistema.

  2. Selezionare Strumenti > Plugin ed estensioni.

  3. Passare alla scheda Add-on Manager qui. È una nuova scheda che non era disponibile nelle versioni precedenti del lettore multimediale.

  4. Deselezionare la casella “Solo installati”.


Si può utilizzare il modulo di ricerca per trovare add-on interessanti oppure selezionare una delle categorie disponibili dal menu. Le categorie appaiono identiche a quelle offerte sul sito ufficiale di VLC-Add-on.


Al momento, sono disponibili Skin (temi), parser per playlist, servizi di discovery ed estensioni.


Benché si trovi un sacco di temi elencati qui, una volta che si deseleziona la casella “solo installati”, altri tipi di estensioni sono elencati solo qui.


Quando si fa clic su un componente aggiuntivo, si ottengono le opzioni per installarlo subito o visualizzare ulteriori informazioni su di esso. L’installazione avviene subito e non si deve fare altro che far click sul pulsante “Installa” nella finestra di gestione degli add-on.


Questo è molto più comodo rispetto al metodo precedente, giacché rimuove la necessità di spostare manualmente le estensioni nella giusta directory sul sistema.


Non è ancora chiaro se l’Add-on Manager visualizzerà tutti i componenti aggiuntivi disponibili per il player, o se limita la selezione in qualche modo. Potrebbe, ad esempio, visualizzare solo le estensioni compatibili con la versione del player installata (questo spiegherebbe anche perché nell’elenco visualizzato ne manchino ancora molte).


L’Add-on Manager rende più facile e immediata la gestione e l’installazione delle estensioni di VLC Media Player. È probabile che la sua integrazione introdurrà sempre più utenti all’utilizzo delle estensioni e questo, a sua volta, potrebbe incentivare lo sviluppo di molti altri add-on interessanti.





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La tastiera di Google riceve un update che aggiunge suggerimenti personalizzati da altri servizi di Google




google keyboard La tastiera di Google riceve un update che aggiunge suggerimenti personalizzati da altri servizi di Google


La Google Keyboard è sicuramente una app Android che non ha nulla da invidiare alle altre tastiere, ma i grandi nomi come SwiftKey generalmente tendono ad oscurarla. Questo non significa che la tastiera di Google sia male, ma solo che SwiftKey è fantastica.



Google sta prendendo quindi ispirazione dall’esempio di SwiftKey e nell’ultimo aggiornamento per Google Keyboard che porta la numerazione della versione da 2.0 a 3.0.1937, introduce un paio di ritocchi, come i suggerimenti personalizzati (dopo la registrazione di qualche altro servizio Google nelle sue impostazioni), un pulsante “ABC” per tornare alla tastiera dalla modalità emoji e una nuova icona delle impostazioni quando si pressa a lungo il tasto del microfono.





I suggerimenti personalizzati di Google utilizzano, come già accennato, gli altri servizi di Google ovvero attingono a un grande database per cercare di individuare la parola successiva. La funzionalità è attivata automaticamente, anche se un avvertimento al riguardo viene mostrato la prima volta che si are l’app. Il pop-up che appare precisa anche che queste informazioni prelevate dalle altre Google Apps sono solo memorizzate sul dispositivo. Tuttavia, se per qualche motivo non si gradisse ciò, si possono disattivare i suggerimenti personalizzati attraverso le impostazioni, e deselezionando la casella accanto a “Personalized Suggestions”.


Un’altra nuova caratteristica di Google Keyboard è l’animazione per le lettere che compare quando si preme un tasto. Ora è più fluida e bella. Questo è un tocco di stile sorprendente.


Nel complesso questo è un bel aggiornamento per una tastiera già ottima, e potrebbe spingere molti a dare nuovamente una chance alla tastiera di Google. Forse non prenderà il posto di Swiftkey nel cuore di molti, ma il cambiamento è oggettivamente apprezzabile.


Si può scaricare l’aggiornamento sul proprio dispositivo o colpire il widget qui sotto per ottenere la versione più recente. Lasciateci poi i vostri commenti sulla Google Keyboard qui sotto!





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Gmail, il protocollo HTTPS ora è obbligatorio




Tutte le dimensioni Gmail 512px See description for download Flickr – Condivisione di foto Gmail, il protocollo HTTPS ora è obbligatorio


In seguito alle rivelazioni dei mesi scorsi i colossi dell’IT hanno cominciato a prendere le distanze dalla chiacchieratissima operazione NSA in modo tale da poter continuare a mantenere alta la fiducia che gli utenti nutrono nei confronti dei loro servizi.


Tra le più evidenti dimostrazioni di ciò vi è sicuramente la decisione presa da Google per la sua casella di posta elettronica Gmail di rendere obbligatorio l’utilizzo del protocollo HTTPS pre tutte le interazioni con la piattaforma.



La possibilità di utilizzare il protocollo HTTPS è stato offerto agli utenti Gmail sin dal momento del lancio avvenuto nel 2004 ma è stato integrato come standard soltanto a partire dal 2010 con la possibilità di disattivare la crittografia delle comunicazioni. D’ora in avanti, però, questa opzione non verrà più offerta.





Google punta quindi a garantire la massima sicurezza possibile mentendo in tal modo i messaggi e i dati personali degli utenti al riparo da eventuali occhi indiscreti.


Ad essere interessanti alla novità in questione non sono soltanto le informazioni da e verso i provider ma anche quelle trasmesse tra gli stessi data center del gruppo.



Ogni singolo messaggio email inviato o ricevuto, il 100% di essi, viene criptato quando viaggia internamente alla nostra struttura. Questo assicura che le email non sono al sicuro solamente quando si spostano tra voi e i server di Gmail, ma anche nel movimento tra i data center di Google, una priorità per noi dopo le rivelazioni della scorsa estate.



Google ha inoltre colto l’occasione dell’annuncio della nuova feature per discutere dell’affidabilità garantirà dal suo servizio con un uptime pari al 99,978% nel corso del 2013.





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Windows 8: ecco quali sono i requisiti minimi




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La continua evoluzione dei processori e del resto dei componenti per computer ha permesso a Microsoft, nel corso degli anni, di sviluppare sistemi operativi sempre più all’avanguardia, sia dal punto di vista delle prestazioni sia da quello delle funzioni e, ovviamente, anche da quello dell’interfaccia.


Per far si che i sistemi operativi Windows funzionino a dovere è dunque opportuno fare in modo che il computer su cui si desidera installare il sistema operativo sia dotato di tutta una serie di requisiti minimi. Microsoft, a tal proposito, ha reso noti quelli che sono i requisiti minimi di Windows 8.






Si tratta di richieste hardware alla portata della maggior parte dei computer desktop e dei notebook venduti dal 2006 ad oggi.


Requisiti minimi Windows 8 32 bit



  • Processore (CPU): x86 da 1 GHz o superiore con supporto per PAE, NX e SSE2

  • Memoria (RAM): 1 GB

  • Spazio libero su disco fisso: 16 GB

  • Scheda video: DirectX 9 con driver WDDM 1.0

  • Risoluzione dello schermo: 1024×768 per l’esecuzione delle app di Windows Store – 1366×768 per la visualizzazione di due app di Windows Store affiancate


A tali requisiti minimi Microsoft ne aggiunge un altro per chi intende sfruttare l’interfaccia pensata per i touchscreen: un tablet o un monitor che supporta le funzionalità multitouch.


Requisiti minimi Windows 8 64 bit



  • Processore (CPU): x64 da 1 GHz o superiore con supporto per PAE, NX e SSE2

  • Memoria (RAM): 2 GB

  • Spazio libero su disco fisso: 20 GB

  • Scheda video: DirectX 9 con driver WDDM 1.0

  • Risoluzione dello schermo: 1024×768 per l’esecuzione delle app di Windows Store – 1366×768 per la visualizzazione di due app di Windows Store affiancate


Anche in questo caso Microsoft aggiunge un altro requisito di sistema per chi intende sfruttare l’interfaccia pensata per i touchscreen: un tablet o un monitor che supporta le funzionalità multitouch.





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21 marzo 2014

iPhone 6, per la fotocamera nessuna corsa ai megapixel




Tutte le dimensioni iPhone 6 Flickr – Condivisione di foto iPhone 6, per la fotocamera nessuna corsa ai megapixel


Al pari di quanto fatto per l’iPhone 5S anche per quanto riguarda l’iPhone 6 l’azienda di Cupertino sembra essere intenzionata a non fare nessuna corsa ai megapixel.


Infatti, piuttosto che aumentare a dismisura il numero dei megapixel, così come invece fatto dalla maggior parte degli altri produttori, Apple pare avere intenzione di migliorare la qualità di ogni singolo pixel al fine di mettere a disposizione degli utenti una fotocamera più performante ma da pochi megapixel in più rispetto agli 8 attualmente disponibili sull’ultimissimo modello di melfaonino. Apple probabilmente si fermerà in un range tra gli 8 e i 10 megapixel.






Nel caso dell’iPhone 5S anziché aumentare i pixel totali Apple ha ingrandito ognuno di essi portandolo da 1 a 1,5 micron a cui è stata poi aggiunta un’apertura f/2.2. Tutto ciò è andato a tradursi in immagini molto più nitide, sensibili alla luce e qualitativamente elevate al punto tale da battere nel confronto i prodotti dei competitor più generosi sul versante dei megapixel.


Apple, è cosa nota a tutti, non ha mai aumentato all’infinito la risoluzione delle proprie fotocamere perché prendere i megapixel come unica indicazione della bontà di un CMOS è sicuramente fuorviante. Inoltre nel caso specifico degli smartphone l’aumento spropositato dei pixel corrisponde a una loro diminuzione in termini di dimensione il che va a compromettere la qualità visiva degli scatti con una sensibilità alla luce inferiore.


Unitamente alle indiscrezioni in questione pare inoltre che il gruppo di Cupertino abbia già contattato Sony , fornitore di CMOS particolarmente gradito ad Apple, per un nuovo sensore dai pixel ancora più grandi, forse addirittura 2 micron ciascuno, e un’apertura ancora più sensibile.


Al momento, è però opportuno sottolinearlo, da parte di Apple non è ancora giunta alcuna conferma a riguardo.





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20 marzo 2014

Registrare un video della scheda attualmente aperta su Chrome con Screencastify




screencastify Registrare un video della scheda attualmente aperta su Chrome con Screencastify


Ci sono vari software di registrazione dello schermo, gratuiti e a pagamento, che consentono agli utenti di registrare le attività all’interno di un browser web. Screencast-O-Matic è un perfetto esempio. La popolare applicazione web consente di creare screencast, aggiungere la narrazione e caricare l’output su Screencast-O-Matic o YouTube o semplicemente salvarlo sul disco locale per la visualizzazione offline.


Recentemente, abbiamo scoperto Screencastify, un’estensione leggera che offre funzionalità simili su Chrome. Lo strumento è semplicissimo e consente di registrare lo schermo all’interno di una scheda di Chrome o su desktop. Vi sono anche opzioni per la configurazione della risoluzione dello schermo e del frame rate.



Il design scarno di Screencastify lo rende poco complicato e più funzionale. Una volta installato, tutto quello che basta fare è cliccare sull’icona della barra degli strumenti per rivelare un menu da cui è possibile configurare la registrazione secondo i propri requisiti. È possibile scegliere la modalità di acquisizione (scheda o desktop), per esempio, specificare gli FPS e la risoluzione cliccando su ‘Options‘.


È possibile impostare i limiti di dimensioni della scheda e i valori di risoluzione tra 240p e 1080p. Similarmente, gli FPS (fotogrammi al secondo) possono essere impostato a 1, 5, 10 o 25. Una casella di controllo sotto queste due impostazioni consente di includere o meno il cursore del mouse nella registrazione.





Dopo aver configurato le impostazioni necessarie, semplicemente fare clic su ‘Start recording’. Se la modalità di cattura è impostata su ‘Tab’, Screecastify inizierà a registrare tutte le attività sullo schermo ma limitate all’interno della scheda corrente. Una volta finito, cliccare Stop per terminare. Le registrazioni possono anche essere messe in pausa e riprese in qualsiasi momento.


L’estensione mantiene i file nella cache e permette di rinominarli, eliminarli, o esportarli su supporti di archiviazione locale sotto forma di video WebM in HTML5, pronti anche per il caricamento su YouTube. Viene mostrata anche la dimensione di ogni registrazione.


La registrazione del desktop funziona allo stesso modo, ma prima è necessario abilitare l’opzione ‘UserMedia’ nella console sperimentale di Chrome.


A tale scopo, digitare chrome://flags/ nella barra URL, fare clic su ‘Attiva’ alla voce ‘Attiva supporto acquisizione schermo in getusermedia()‘ e rilanciare Chrome. Una volta fatto ciò, si può registrare in modalità Desktop.


Screencastify non è solo facile da usare, ma svolge anche tutti gli compiti essenziali di un strumento per la registrazione dello schermo. Se si sta cercando uno software di screencast vero e proprio, questo probabilmente non è l’ideale ma se si utilizza Chrome e si avverte spesso la necessità di registrare le attività all’interno di un sito web – magari per aiutare un amico – avere Screencastify sottomano potrebbe aiutare immensamente.


Screencastify (Chrome Web Store)





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